La piccola opera di Hans Krása, rappresentata per la prima volta durante l'occupazione nazista di Praga, è arrivata al Festival delle Nazioni 2018. Protagonisti, i bambini di Città di Castello (PG)
La storia di Brundibar, l'operina inserita nel cartellone del Festival delle Nazioni (Città di Castello - PG) dedicato in questo 2018 alla Repubblica Ceca, si può riassumere in poche righe. Il compositore boemo Hans Krása la scrisse nel 1938 su libretto di Adolf Hoffmeister per un concorso che richiedeva un lavoro teatrale adatto a giovanissimi interpreti. Il concorso non si tenne più, tuttavia l'operina fu data per la prima volta nel 1942 nell'orfanatrofio ebraico di una Praga già occupata dai tedeschi.
Nel frattempo Krása era stato deportato al lager di Terezin, dove erano ospitati molti bambini; qui la rielaborò adattandola alla precaria situazione degli internati. Krása morirà poi ad Auschwitz, nell'ottobre 1944. Messa in scena con mezzi di fortuna nel settembre 1943, le esecuzioni di Brundibar furono filmate ed usate dai nazisti a scopi propagandistici, con l'intenzione di far credere che il campo di Terezin fosse un modello di “reinserimento” degli ebrei, dove si offriva loro un discreto tenore di vita.
Bambini, state ad ascoltare...
Sopravvissuta agli eventi successivi, l'eclettica partitura di Krása - influenzata dal didascalico Der Jesager di Brecht e Kurt Weill, spettacolino assai diffuso nelle scuole tedesche - col passare del tempo ha infine assunto, al di là dei limitati pregi artistici, una valenza sempre più simbolica. Nella figura del prepotente Brundibar, il quale non vuole che i piccoli Pepicek e Annika mendichino qualche soldino per comprare il latte alla mamma malata, si può in effetti intravedere qualsiasi dispotico persecutore. Ma la malvagità, con il coraggio e la buona volontà può essere sconfitta, questa è la morale finale. Mentre nell'innocenza dei due protagonisti, e negli interventi del coro di voci bianche – voci pure e incorrotte – la musica riesce a rappresentare la parte buona e salvifica dell'Umanità.
...e voi adulti, riflettete
In coproduzione con il Teatro Pavarotti di Modena, il Festival tifernate ha messo in piedi una nuova versione del lavoro di Krása al Teatro degli Illuminati di Città di Castello, la cui parte strumentale era consegnata al dinamico Ensamble da camera di Città di Castello egregiamente coordinato da Mario Cecchetti, mentre quella vocale spettava al Coro di Voci bianche dell'Associazione Octava Aurea (leggi: Fondazione Cucinelli di Solomeo) e dell'Istituto A. Burri di Trestina. Ben preparati, ben intonati e bravissimi in scena. Fra i giovani solisti ricordiamo Beniamino Manoni (Pepicek), Sofia Falorni (Annika), Davide Francesconi (Brundibar), Carolyn Beck (Poliziotto). La mise en scene scorre con bella semplicità, carica di belle allegorie e pervasa di fine poesia. Si deve a Tony Contartese, che firma pure scenografia e costumi.